Silvio Berlusconi

Da "Cattivissimi Noi" (giugno 2013)

    Torniamo al vostro rapporto con gli ospiti. Ce ne sono alcuni che avete chiamato più volte ma non hanno mai accettato l’invito?

     P: Mi viene in mente Denis Verdini. Con altri, come D’Alema o Bersani, non ci proviamo nemmeno perché tanto sappiamo già che non verranno mai. E poi mi dà fastidio cercare con insistenza la presenza di un ospite. Durante la campagna elettorale provammo a invitare Berlusconi ma non si incastrarono alcune cose e alla fine non se ne fece nulla. Pazienza.

     Quale domanda avreste voluto fare al Cavaliere più di tutte?

     C: Senza troppi giri di parole gli avrei chiesto: «Presidente, quanto le piace la gnocca? Mi sa che siamo tutti sulla stessa barca…» E ancora: «Lei ha sempre potuto avere tutte le donne del mondo ma perché l’ha fatto sapere in giro? Certe cose si fanno ma non si dicono…» Avrei giocato sugli aspetti che abbiamo in comune, ad esempio gli avvocati divorzisti.

     Sarebbe stata un’intervista in stile cabaret…

     C: Non solo. Mescolando alto e basso gli avrei anche chiesto perché non ha fatto nulla, in tanti anni di governo, per abbassare le tasse. Non può sempre ripetere che è colpa degli altri. Il grande errore di Berlusconi in politica è che non ha mai voluto scontentare nessuno. Dice sempre di sì a tutti.

     Avreste comunque dovuto stabilire delle regole d’ingaggio nell’intervista con Berlusconi.

     P: No. L’invito alla Zanzara non lo prevede. Se accetti sai che vai in mare aperto. Infatti alcuni politici non vengono perché hanno dei pregiudizi, magari perché li abbiamo trattati male altre volte.
 

[...]

    Se dico amazzoni chi vi viene in mente?

     C: Biancofiore, Santanchè, Mussolini…

     P: Rossi, De Girolamo, Ravetto, Bernini…

     Potrebbe essere la formazione di una squadra di calcio. In realtà, sono i nomi di un altro tipo di squadra, molto speciale, tutta al femminile, che negli ultimi anni è sempre stata al fianco di Berlusconi, nella buona come nella cattiva sorte, al parlamento italiano e in quello europeo.

     C: Le amazzoni esistono e non esistono. Di sicuro possiamo identificare una tipologia di donne “pasdaran”, spesso piacenti o comunque non brutte, gettate nell’agone politico dal Cavaliere, portatrici – senza se e senza ma – del “verbo” berlusconiano.

     P: Nulla a che vedere con le amazzoni di Gheddafi, pace all’anima sua e che nessuno se lo ricordi più il Colonnello! Qui stiamo parlando delle cosiddette “girls” del Presidente, tutte radiofonicamente straordinarie. Ogni mattina mi sveglio e ringrazio Dio perché ci ha donato Biancofiore, Santanchè, Ravetto e tutto il gruppo di nuove “femen” pronte a mettere il loro corpo, non fisicamente, sia chiaro, ma come scudo umano, panoplia, corazza, a difesa di Berlusconi. Pensa alla Prima Repubblica: c’erano donne straordinarie come Nilde Iotti, ma nessuno avrebbe detto che era l’amazzone di Togliatti. E lei mai si sarebbe presentata come tale.

     Fermi tutti. Daniela Santanchè, lo abbiamo già ricordato, alla Zanzara disse esattamente questo, paragonando la Iotti a Nicole Minetti.

     P: La storia del Pci non è il suo forte. Il paragone è orribile per almeno due ragioni: Silvio non è il Migliore, la distanza tra i due è siderale, e Nilde Iotti non ha mai fatto l’igienista dentale né condotto Colorado Cafè prima di essere messa in lista. Aveva fatto la Resistenza ed era in politica prima di conoscere Togliatti.

     C: Orribile? Esagerato! Daniela ha il gusto della provocazione. Voleva dire che anche a sinistra alcune carriere sono state facilitate dai rapporti amorosi e personali.

     C’è chi dice che molte amazzoni berlusconiane sono arrivate in Parlamento solo grazie alla loro bellezza o, peggio, perché hanno concesso favori sessuali al capo. Voi cosa rispondete?

     C: Berlusconi ama circondarsi di belle donne e alcune le ha candidate in Parlamento. Questo è un fatto. Poi non so cosa sia successo veramente tra le cosiddette amazzoni e Berlusconi, circolano molte leggende. Tante volte ho sentito fare la classica domanda: «Ci è andata o no a letto?» Alcuni politici del Pdl ti fanno persino la lista: «Quella sì, quella no». Un giochino divertente, ma sterile. Alla fine c’è stata solo la confessione recente della Minetti che ha detto di avere amato Silvio e di aver avuto una storia con lui durata quasi un anno. Una cosa resta: la bellezza è un criterio importante con cui Berlusconi sceglie i candidati, maschili e femminili. Ma non è cosa nuova.

     P: È fuor di dubbio che dal 2006 in poi ci sia stata una cooptazione sui generis dell’ex premier, un metodo di selezione insolito rispetto al passato. La cosa che mi raccapriccia di più è che si tratta di una selezione tipica del reality show. La colpa più grande di Berlusconi in questi vent’anni non è quella di aver eventualmente scopacchiato a destra e a sinistra, né di aver fatto il gesto delle corna ai summit europei, ma di aver trasformato la politica in un grande set televisivo, nel casting del Grande Fratello. Basta vedere deputate e senatrici del Pdl: sono quasi tutte fighe, hanno le tette a posto, un bel culo, sono come le vuole il capo. Fece lo stesso errore di selezione anche Veltroni quando, alle politiche del 2008, tentò l’operazione reality candidando l’operaio scampato al rogo della Thyssen (che nell’immaginario veltroniano doveva incarnare l’intera classe operaia) assieme al mio amico Colaninno. Dal mio punto di vista, questo è un modo artificiale per creare la rappresentanza politica.

     C: Come al solito Parenzo spara nel mucchio. Mette le parlamentari del Pdl tutte nello stesso calderone. Alcune amazzoni, o presunte tali, hanno un loro spessore, penso alla Santanchè o alla stessa De Girolamo, che resisterà tranquillamente all’uscita di scena di Berlusconi. Altre, è vero, devono tutto a Silvio. Ma lo stesso accade coi nominati del Pd o di altri partiti. Restano le parole pronunciate da Vittorio Feltri alla Zanzara nel gennaio scorso, pochi giorni dopo la chiusura delle liste per le politiche: «Le liste del Pdl mi fanno venire i conati di vomito, Berlusconi ha ricandidato i soliti. Mi sono saltati agli occhi i nomi di una decina di mignotte, intese anche come mignotti, persone che si adattano a fare qualsiasi cosa, che fanno quegli esercizi che non sono titolo di merito. Non è che se io faccio una scopata allora merito un aumento di stipendio». Scattò immediatamente la caccia ai nomi.

     Le amazzoni, al di là che piacciano o no, imperversano felicemente alla Zanzara. Con loro, lo si percepisce immediatamente, vi divertite tantissimo. C’è n’è una che vi esalta più di altre?

     C: Michaela Biancofiore, da noi ribattezzata “Whiteflower”. Radiofonicamente è la mia preferita. Lei è la prima a dire che deve tutto a Berlusconi. D’altra parte si considera «fidanzata da sempre con lui» e, per dimostrarlo, esibisce un anello di brillanti regalatole da Silvio, che non toglie mai. È l’emblema della “Berlusconi generation” cresciuta, per usare le sue stesse parole, «seguendo lezioni di vita prima ancora che di politica», ovviamente dettate dal Cavaliere.

     P: Ricordo che a dicembre scorso, quando Berlusconi annunciò ufficialmente il ritorno in campo per le elezioni post-Monti (facendo naufragare le primarie del centrodestra, alle quali la stessa Biancofiore si era inizialmente candidata), lei esclamò: «Fiat lux». E venne la luce.

     C: Al solo nome di Berlusconi Michaela Biancofiore perde il senso delle proporzioni. In un colpo solo, con noi, riuscì a elogiarlo semplicemente perché aveva preso (per la prima volta in vita sua) un Frecciarossa! Poi sostenne che Berlusconi «ha una visione del mondo e dell’economia globale che andrebbe ascoltato per ore». Al confronto gli altri leader mondiali sono poca cosa: «Merkel è un’ex funzionaria della Germania dell’Est, Sarkozy un avvocatucolo di provincia, Obama [Obama!] un modesto avvocato montato dal sistema mediatico».

     P: Quando Benedetto XVI annunciò le dimissioni, non curandosi dell’accostamento improponibile, ci disse testualmente: «Berlusconi ha resistito più del papa. Lui non ha mollato. È assolutamente meglio. Il papa è stato eletto da un conclave che non è democratico. Berlusconi invece dal popolo. Perché dovrebbe “abdicare” Silvio? Non ha ottantasette anni come il papa». D’altra parte, ci confidò di essere pronta a farsi un tatuaggio con il simbolo di Forza Italia se mai Silvio fosse tornato al partito delle origini…

     La passione sfrenata dell’onorevole Biancofiore per Berlusconi è nota. E l’elenco delle frasi d’amore nei suoi confronti, pronunciate alla Zanzara e poi rimbalzate sui giornali, è sconfinato. Ma con voi ha fatto show di ogni genere.

     C: L’ultima esibizione risale a fine maggio, quando era già stata nominata sottosegretario alla Pubblica amministrazione nel governo Letta. Come al solito le sparò una dietro l’altra. Non sapeva il numero esatto dei dipendenti pubblici («il calcolo non è semplice, ci sono tanti precari…»). Poi, con assoluta tranquillità, confessò di tenere nel suo ufficio al ministero la cagnolina Puggy, già immortalata tra le braccia di Berlusconi in una celebre foto su Facebook.

     P: Piuttosto curiosa la spiegazione: «Non sono ricca, non ho la colf a casa e avendo un cucciolo di sei mesi cosa posso fare? Puggy può stare solo con me. Non credo che benpensanti e animalisti vogliano che la lasci a casa. Adesso è pure raffreddata». Quindi: «anche un normale dipendente pubblico può portare un animale in ufficio se è necessario, non c’è nessun divieto». Il giorno dopo, per evitare di trasformare gli uffici del ministero in uno zoo, fu costretta a fare una rettifica…

     C: Anche noi abbiamo avuto il privilegio di vedere la piccola Puggy! Un mese prima, nel bel mezzo delle votazioni per il presidente della Repubblica, Michaela Biancofiore trovò il tempo per portarla nei nostri studi. La fece persino cantare…

     Cantare?

     P: Lei almeno era convinta di questo. In realtà, la cagnetta pensava ai fatti suoi mentre la bella Michaela intonava Gente della libertà, l’inno del Pdl. Ma secondo lei Puggy conosceva meglio Meno male che Silvio c’è… Era serissima, questa è la tragedia.

     Un’altra che non si sottrae mai alla lotta e ai vostri inviti è Daniela Santanchè.

     C: Essendo molto vicina a Berlusconi, e nello stesso tempo la compagna del direttore del «Giornale» Alessandro Sallusti, Daniela Santanchè è un personaggio centrale per capire gli umori del centrodestra. E non solo. Per esempio, a dicembre dell’anno scorso diede in diretta alla Zanzara l’annuncio, ripreso persino dai giornali stranieri, che Berlusconi si era fidanzato ufficialmente con Francesca Pascale. Tutti ne parlavano da settimane, però la conferma della Santanchè valeva come una bolla papale.

     A proposito, che ne pensate di questa relazione?

     C: Non è la prima né l’ultima volta che un ricco signore di settantacinque anni trova una compagna così giovane, in questo caso quasi mezzo secolo di meno. Il potere, il denaro, la ricchezza sono calamite irresistibili e gli uomini incredibilmente abbienti si lasciano serenamente circuire, come direbbe Sgarbi. Ma alla fine non me ne frega nulla, sono affari loro. Però, se il divorzio dalla Lario è diventato un fatto politico a maggior ragione lo è la relazione con la Pascale. Non è gossip.

     P: Sgarbi, ovviamente, ci disse che non trovava nulla di strano in quella relazione. Anzi, se Berlusconi avesse annunciato che la ragazza era pure incinta, avrebbe preso dieci punti alle elezioni! Chissà, intanto durante la campagna elettorale la Pascale sparì dalla circolazione.

     Torniamo alla Santanchè. Nella puntata in cui parlò del fidanzamento del Cavaliere si scatenò su più fronti.

     C: Quando bisogna attaccare, Daniela non si tira mai indietro. Quella volta si scagliò contro Luciana Littizzetto che la sera prima, a Che tempo che fa, aveva detto che al solo pensiero di rivedere Silvio in campagna elettorale le veniva la «colite». «Sono pronta a sfidarla in qualsiasi momento» rispose la Santanchè, «me la mangio a colazione e la digerisco senza prendere il Buscopan». In tv è un magnifico animale, lo riconoscono anche i suoi nemici. Non è un caso se è ormai diventata ospite fissa di Santoro.

     P: Poi difese Dell’Utri e Cosentino, che lei avrebbe tranquillamente ricandidato. Diciamo che quando c’è da difendere l’indifendibile o deve prendere una posizione scomoda, stai pur certo che la Santanchè lo fa. Ma questo è anche il suo bello. Quando ripete continuamente che si è fatta da sola, cioè che partendo da Cuneo è arrivata a creare un piccolo impero editoriale e pubblicitario, dice una cosa vera. Però bisogna aggiungere una cosa.

     Prego Parenzo.

     P: Soffermiamoci sui comportamenti di Silvio nei confronti delle donne, oppure sul processo Ruby. Daniela Santanchè spesso ha preso posizioni che da una donna francamente non mi sarei aspettato. Soltanto poche settimane fa, ad esempio, disse ai nostri microfoni: «Conoscendo Berlusconi, alle cene di Arcore ci avrei mandato tranquillamente mia figlia. Se una donna non è disponibile non viene corteggiata, sa mettere le distanze nei confronti di un uomo. Se non avessi la certezza che Berlusconi con le donne è ineccepibile sarei in piazza contro di lui». Qualche anno fa la Santanchè decise di abbandonare Berlusconi, per confluire nella Destra di Storace. Lo fece in modo plateale, con una battuta fulminante: «Silvio è uno che vede le donne in modo orizzontale». Ora evidentemente ha cambiato opinione ed è uno dei più strenui difensori dello stesso Silvio. Per carità, tutto legittimo, ma certi comportamenti in politica mi fanno venire in mente quando andiamo al gabinetto: tiriamo l’acqua e tutto passa ma se non apriamo la finestra la puzza rimane… Sempre ai nostri microfoni, è riuscita a dire che Ruby non le è mai sembrata una minorenne indifesa. Era molto più indifeso Travaglio davanti a Berlusconi nello studio di Michele Santoro! Con lo stesso metro di giudizio, anziché esprimere solidarietà femminile attaccò duramente Angela Bruno, la dipendente di un’azienda veneta, importunata in campagna elettorale dalle battute poco eleganti dell’ex premier: «Quella signora non era imbarazzata, bastava vederla. Era bella sorridente e gongolante, dopo fanno tutti i fenomeni. Invece, quando c’è lì Berlusconi, ci sono tante donne che si mettono nelle sue braccia, a me indignano queste donne, non questi uomini».

     C: Ci sono personaggi che la fanno impazzire. Uno di questi è Antonio Ingroia, basta nominarlo e lei parte per la tangente. A un mese dal voto usò parole di fuoco: «Ingroia è il peggio del peggio, mi fa schifo, mi fa ribrezzo, mi sta proprio sulle palle, mi fa tremare i polsi. In Parlamento sarebbe meglio vedere Cosentino piuttosto che Ingroia». Più recentemente, con l’ex pm ormai fuori gioco, è tornata all’attacco sulla storia dell’aspettativa: «I lavoratori dovrebbero sputargli in faccia. Lui in questo momento di crisi è tornato a lavorare, poi è andato subito in ferie. E non gli hanno sputato in faccia…»
 

Compare in:

Stagione 2024-2025

7 settembre 2024, Cruciani e Parenzo sono ospiti sul palco della Festa Nazionale di Forza Italia… continua

Stagione 2023-2024

Passano a raffica, presente Porro, i veri motivi per i quali l'aeroporto milanese di Malpensa… continua

Stagione 2021-2022

Show di Silvio Berlusconi a Monza, nel comizio a sostegno del sindaco uscente Dario Allevi, in… continua

Silvio Berlusconi, nel salutare dei ragazzi incontrati casualmente, se ne esce con una frase… continua

Sviolinata di Parenzo, che elogia l'85enne Berlusconi elevandolo a "vera grande novità della… continua

Stefano da Foggia, se Berlusconi diventasse Presidente della Repubblica, cambierebbe… continua

Un vertice di centrodestra ha candidato Silvio Berlusconi alla presidenza della Repubblica. Ma… continua

"Chi è Silvio Berlusconi".
Una pagina sul quotidiano "Il Giornale" tesse le lodi del… continua

Stagione 2017-2018

20 ottobre 2017, siparietto tra David Parenzo e Silvio Berlusconi al convegno dei giovani di… continua