Movimento 5 Stelle

 Da "Cattivissimi Noi" (giugno 2013)

     Cruciani, alle ultime elezioni politiche hai votato M5S.

     C: Confermo. Lo dissi apertamente prima del voto e così ho fatto. Alla vigilia delle elezioni, in un’intervista al «Fatto Quotidiano» dichiarai che, amando un po’ il caos ed essendo Grillo il caos, avrei votato per lui, fregandomene del programma e di chi avrebbe fatto entrare in Parlamento. Aggiunsi, però, che lo stesso Grillo avrebbe dovuto controllare il movimento col pugno di ferro altrimenti, in nome della democrazia dal basso, si sarebbe ritrovato intorno tanti Scilipoti.

     Secondo te, a giudicare dai primi mesi di legislatura, ci sta riuscendo?

     C: Non è facile tenere insieme più di centocinquanta persone, peraltro inesperte di politica. Ma finora c’è stata solo qualche defezione formale, quella del senatore Mastrangeli e un altro paio, dunque il pugno di ferro c’è e funziona. Poi, visto che il movimento si fonda sul carisma del leader, Grillo deve essere più presente politicamente, finora non sempre è stato chiaro e ha snobbato qualche problema interno. I risultati delle ultime amministrative sono una spia.

     P: Ti riferisci al fatto che i grillini, appena eletti, anziché fare proposte concrete di cambiamento, per esempio sui costi della politica, si sono scannati su scontrini e diarie? Io francamente non capisco: se per tutta la campagna elettorale dici che un parlamentare può campare con duemilacinquecento euro al mese, quando poi vieni eletto devi vivere con quei soldi, altrimenti sei doppiamente ipocrita. Io non vedo nulla di buono nel M5S, se non che sia riuscito a spingere, assieme a Renzi, la classe politica a cercare quel ricambio generazionale, che per trent’anni non ha mai voluto attuare. Grillo è stato un grande comico, andavo a vedere spesso i suoi spettacoli, poi ha intuito che c’era uno spazio in cui infilarsi e ha colto l’occasione. Ma le sue battaglie sono le stesse dei Radicali di tanti anni fa. Sul finanziamento ai partiti Pannella organizzava banchetti davanti a Montecitorio già negli anni Novanta, restituendo a ogni cittadino centomila lire. Grillo ha recuperato vecchie idee nel momento storico giusto, ora che la gente ne ha le palle piene della politica ed è convinta che i politici non servano a nulla. Grillo soffia su questo fuoco e propone ricette facili ma irraggiungibili.

     C: Sicuramente l’inizio di legislatura non è stato entusiasmante per il Movimento 5 Stelle, mi aspettavo meno gaffe e più iniziative sui costi della politica e su altre cose proposte in campagna elettorale. Il problema vero è che i deputati e senatori grillini sono insoddisfatti, in cuor loro, che Berlusconi sia tornato al governo. Sono persone sostanzialmente di sinistra, c’è chi viene dall’area di Sel e dei movimenti, chi è ambientalista, chi dall’Idv, ma tutti avrebbero fatto l’accordo, certamente alle loro condizioni, con Bersani. È vero che i grillini non sopportano il Pd degli affari e dell’inciucio ma il loro profilo è prima di tutto antiberlusconiano.

     Cruciani, oggi rivoteresti Grillo?

     C: Come faccio a dirlo? Il voto per me non è una questione di vita o di morte né di militanza politica, io non sono quello che voto. Decido al momento e lì si ferma la mia scelta. Farò i conti alla fine, magari sarò soddisfatto e lo rivoterò. Io rimango quello che mesi fa lanciò su Twitter la campagna #affamarelabestia. Nacque da uno slancio reaganiano per salvare la politica con l’unica ricetta possibile: l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e di tante altre cose inutili, come le province. Ma siamo ancora all’anno zero. Troppa gente in Italia vive di politica, soprattutto al Sud. Perché i grillini non si incatenano davanti al Parlamento in nome di queste battaglie?

     P: Io invece non sono per l’eliminazione del finanziamento ai partiti ma chiedo una maggiore trasparenza della politica. I bilanci dei partiti dovrebbero essere depositati per legge alla Corte dei Conti e ci vorrebbe un meccanismo all’americana, in cui le lobby possono finanziare chi vogliono ma alla luce del sole.

     Quanto sono stati importanti per La Zanzara Grillo e il Movimento 5 Stelle?

     C: Nell’ultimo periodo tantissimo. Nei primi anni, un po’ tutti abbiamo snobbato il M5S, anche se noi fin dai primi V Day facevamo sentire ampi spezzoni dei comizi di Grillo. Poi, quando iniziò il feeling con Santoro e Travaglio, fu chiaro a tutti che eravamo di fronte a un fenomeno importante. Un episodio significativo, legato al boom crescente di Grillo, risale all’estate 2012.

     Ricordiamo cosa accadde.

     C: Una sera chiamò in diretta, nell’imprevedibilità totale di questa trasmissione, un tale, di nome Giovanni: «Voglio dire una cosa. Sono stato sindacalista per tanti anni alla Cisl. Nel ’99 abbiamo pagato Grillo dieci milioni di lire per uno spettacolo. Tutto in nero».

     P: Si chiamava Giovanni Guerisoli, e aveva effettivamente lavorato fino a una decina di anni prima alla Cisl. Aveva chiamato il numero verde di Radio24, dicendo che voleva parlare di Grillo, e il nostro centralino l’aveva passato in diretta. In quei giorni Grillo aveva polemizzato con il Pd, che aveva ingaggiato Roberto Benigni per la Festa democratica: la rivelazione di Guerisoli era significativa e finì su tutti i giornali. Il giorno dopo, in realtà, si scoprì che non era vero niente. Qualche giorno dopo Guerisoli disse: «Mi sono sbagliato». Intervistammo il segretario della Cisl Bonanni, che carte alla mano negò l’episodio e chiese scusa a Grillo. Penso che il nostro comportamento sia stato ineccepibile.

     C: Intanto, però, Grillo mi aveva denunciato. Arrivarono i Carabinieri in radio a notificare una causa per diffamazione, oltre che a Guerisoli anche nei miei confronti, come se fossi responsabile delle parole dette da un ascoltatore in diretta. Vedremo cosa succederà.

     Tu, Cruciani, sei il conduttore e hai la responsabilità sul programma, come il direttore di un giornale è responsabile di tutto ciò che viene pubblicato.

     C: Non si possono mettere sullo stesso piano un giornale e una radio. Un quotidiano, prima di mandare in stampa una notizia, la può controllare, in diretta alla radio è impossibile. Se uno chiama e ti dice: «Mi sono scopato la moglie di Grillo», tu puoi replicare: «Vabbè, lei dice questo, ora controlleremo. Arrivederci e grazie». Quel che conta è la buona fede e io, da questo punto di vista, ero e sono tranquillissimo. Guerisoli disse una cosa che noi, verificando insieme al segretario del sindacato, Bonanni, dimostrammo essere falsa.

     Quando, alle ultime elezioni, il Movimento 5 Stelle ha raggiunto il 25 per cento di voti, vi siete trovati di fronte a un’autostrada. Oltre che di Grillo potevate (e dovevate) parlare anche dei tantissimi parlamentari del 5 Stelle, sbarcati come marziani a Roma.

     P: All’improvviso, decine di sconosciuti approdarono in Parlamento. Noi non dovevamo far altro che andarli a cercare, soprattutto quelli che avrebbero potuto offrire spunti divertenti, di polemica o semplicemente grotteschi. Uno dei momenti clou fu quando Vito Crimi, capogruppo al Senato, disse: «I giornalisti mi stanno veramente sul cazzo, fanno solo gossip».

     A distanza di qualche mese Crimi ha corretto il tiro, sostenendo che non esistono black list dei giornalisti. In quella occasione, invece, era andato giù pesante, anche grazie al vostro aiuto…

     C: Per la verità la frase di Crimi venne intercettata da due bravissimi giovani di RadioLuiss, la web radio dell’università di Confindustria. Uno di loro, tra l’altro, è Carlo Brenner, il figlio di Sgarbi. I due, come tanti altri giornalisti, stavano piantonando da ore l’albergo, nel centro di Roma, dove i grillini si riunivano nei primi giorni dopo le elezioni, nel tentativo di darsi un’organizzazione e trovare una linea comune. La tenacia dei ragazzi fu premiata alle 11 di sera: incrociarono Crimi che, al loro microfono, si sfogò contro i giornalisti. Mi chiamarono subito e il giorno dopo facemmo sentire in trasmissione la frase, che ovviamente fu ripresa dai giornali e dai siti online. Nelle prime settimane di legislatura, in realtà, riuscimmo a ospitare più di un grillino degno di nota.

     P: In effetti, abbiamo scoperto e lanciato agli onori delle cronache alcuni personaggi incredibili. Quello che ci diede più soddisfazioni, forse, fu il senatore campano Bartolomeo Pepe. Non sapeva che Palazzo Madama fosse la sede del Senato (disse che l’avrebbe cercato col navigatore…). In più, si definiva un grande estimatore di Chavez e sosteneva persino di avergli regalato, tramite il console venezuelano, il caciocavallo podolico, tipico della sua Irpinia!

     C: Io non ci volevo credere finché un ascoltatore mi fece recapitare a casa delle forme di caciocavallo di quella zona. Era proprio il cacio podolico. Magari Chavez è morto perché lo ha assaggiato… Battute a parte, ricordo anche un attacco violentissimo di Pepe a Bersani: «Io con gli assassini non faccio nessuno tipo di accordo, perché li considero gli autori della strage e del genocidio che sta avvenendo in questi ultimi anni in Campania. Chi parla è uno che si è preso un linfoma grazie allo sversamento di rifiuti tossici e sono incazzato per quello che il Pd ha fatto, con le discariche che ci hanno massacrato». Avendo usato parole pesantissime come «genocidio» e «assassini», gli chiesi di chiarire. «Perché assassino Bersani? Il Pd insieme ad altri ha permesso lo scempio ambientale. Se incontro Bersani al Senato lo mando a quel paese, se sarà il caso mi toglierò lo sfizio di prenderlo a parolacce. L’ho fatto con Bassolino, non ho problemi a farlo con Bersani».

     All’inizio i neoparlamentari grillini erano abbastanza loquaci, molto più di quanto avviene ora.

     P: Sì, fino a quando non si sono dati un’organizzazione rigida con i vari Messora e i responsabili della comunicazione, era facile raggiungerli al telefono. Andavamo a caccia dei cellulari e li chiamavamo direttamente. 

     C: Il senatore Airola, arrivato in Parlamento dopo anni di battaglia contro la Tav in Val di Susa, disse che si sarebbe portato il disinfettante in Senato nel caso avesse dovuto dare la mano a Gasparri. Tra l’altro in quei giorni la deputata Gessica Rostellato sul serio non diede la mano alla Bindi e se ne vantò pure su internet. Lo stesso Messora, noto come Byoblu, blogger spesso presente alla trasmissione di Gianluigi Paragone L’ultima parola su Rai 2, con posizioni fortemente anti euro, parlò alla Zanzara. 

     E cosa disse? 

     C: Era stato da poco nominato responsabile dei rapporti con i media al Senato, insomma il badante dei senatori 5 Stelle per intenderci. «Non daremo mai la fiducia a Pier Luigi Bersani» sparò Messora, «nemmeno se cammina in ginocchio sui ceci. Ma su un esecutivo con persone esterne ragioneremo». Ovviamente tutti i giornali parlarono di un’apertura grillina verso un governo e lui rispose con un post in rete accusando i giornalisti di essere degli “spalamerda” (testuale) perché «i titoli diventano un manganello che virgoletta il nulla e costruisce verità manipolate». Per un po’ decise di non parlare più con nessuno. Messora è una persona che stimo, ma sa benissimo che l’informazione è fatta così. I titoli spesso sono una sintesi, nemmeno troppo fedele, del contenuto di un’intervista o di un articolo. Non bisogna dare troppa importanza a queste cose. Grillo e i suoi invece sembrano ossessionati. Però alle elezioni, con questi giornali e queste tv, hanno preso un quarto dei voti. Non mi pare ci sia un complotto, anzi. 

     P: Forse pensano che se cambia, non si sa come, il mondo dei media in Italia, possono prendere il cento per cento. Ridicolo. 

     C: Però Grillo ha ragione quando parla di privatizzare due reti della Rai. Persino Prodi, anni fa, era della stessa idea. 

     Anche il Movimento 5 Stelle è stato vittima dei vostri scherzi telefonici. Sempre a opera di Andro Merkù, lo stesso degli scherzi a Onida e Rodotà.

     P: Era marzo, la legislatura era nata da poche settimane. In quel periodo il tema di fondo era se il 5 Stelle avrebbe dovuto appoggiare un governo Bersani. In più c’era stata l’elezione di Pietro Grasso alla presidenza del Senato. Francesco Campanella era uno dei “dissidenti” che, contro le indicazioni di Grillo, aveva votato per l’ex pm. Si parlava addirittura di espulsione dal M5S.

     C: Allora mi venne in mente lo scherzo. Chiamai Merkù, bravissimo anche nell’imitazione di Vendola, gli spiegai chi era Campanella e cosa rischiava. Il finto Vendola avrebbe dovuto offrire un posto dentro Sel al senatore, nel caso in cui Grillo l’avesse cacciato. Come al solito, lo scherzo fu pensato e messo in pratica in un pomeriggio. Chiamai direttamente io Campanella, fingendo di essere della segreteria di Vendola: «Senatore Campanella? Le passo il governatore». Nell’attesa di parlare con Vendola, partì la musica della pizzica…

     P: Esattamente come, quando facevo il finto Bossi, usavamo la musica di Va, pensiero.

     C’è una cosa che non capisco: se uno al telefono sente prima la voce di Cruciani e poi la canzone pugliese come fa a non accorgersi che è uno scherzo?

     C: Uno non ci pensa mai in quei momenti. In più l’imitazione di Merkù fu perfetta e Campanella ci cascò alla grande. Il leader di Sel lo ringraziò, in via del tutto confidenziale, per aver contribuito all’elezione di Grasso, scongiurando così quella di Schifani. Il problema, per noi, è che Campanella fu impeccabile nelle risposte. Disse che Grillo non avrebbe cacciato nessuno dal movimento e che soprattutto lui non sarebbe andato da nessuna parte, perché doveva rispettare il patto siglato con gli elettori e gli eletti del 5 Stelle.

     Dunque, Campanella non fece nessuna delle gaffe su cui avevate scommesso. Anzi, al telefono fece bella figura.

     C: Sì, a tal punto che decidemmo di non mandare in onda lo scherzo perché non c’era la notizia.

     P: Alle dieci di sera, però, colpo di scena: Campanella pubblicò un post su Facebook, nel quale commentava la telefonata del nostro finto Vendola. Hai presente quell’idea della trasparenza assoluta che hanno nel M5S? «Mi ha chiamato Vendola, mi ha offerto di entrare in Sel. Sono indignato» scrisse. Pochi minuti dopo giunse la replica di Vendola: «Io non ho mai chiamato nessuno e non ho offerto posti a nessuno. Campanella ritiri quello che ha detto o lo querelo».

     C: Scoppiò un gran casino ma io decisi di non spiegare cos’era successo. Il giorno seguente si scatenò una ricerca spasmodica del misterioso imitatore di Vendola, che aveva offerto posti in Parlamento ai senatori del Movimento 5 Stelle. Lo stesso governatore della Puglia telefonò a Barty Colucci, suo storico imitatore su Radio Dimensione Suono, convinto fosse lui l’autore dello scherzo. Il risultato fu che il povero Campanella subì una seconda burla, ad opera di Rds: il (secondo) finto Vendola lo invitò a fare un comunicato stampa, in cui avrebbe dovuto ammettere che si trattava di uno scherzo. Campanella fece davvero quel comunicato!

     Cruciani, sei un genio del male! Sei stato zitto un giorno intero mentre il senatore Campanella subiva scherzi a ripetizione.

     C: A un certo punto confessai. Verso le 4 di pomeriggio chiamai l’Ansa, annunciando che poche ore dopo avremmo fatto sentire lo scherzo in diretta.

     Tutta pubblicità per La Zanzara. E pure gratis.

     C: Assolutamente sì, anche se in questo caso dobbiamo dire grazie al senatore Campanella e a quella ridicola fissazione della trasparenza. Ma lo scopo non è quello di farsi pubblicità, come dici tu. Il punto è che ci siamo divertiti come matti, una roba che nemmeno ai tempi della scuola. 

[...]

    Quanto sono grillini gli ascoltatori della Zanzara?

     P: Indubbiamente interpretano lo spirito del tempo, quindi sono anticasta e antisistema come lo è il Movimento 5 Stelle. La gente normale, anche se non sta a contatto con la politica, ne capisce ormai l’inutilità. Quindi non so quanti ascoltatori abbiano votato effettivamente per Grillo, so però che ne hanno le palle piene della classe politica.

     C: Io farei una distinzione tra quelli che ascoltano e quelli che intervengono. I primi per fortuna sono molto trasversali, berlusconiani, sinistroidi, ex comunisti, incazzati cronici ma anche persone insospettabili. C’è il camionista avvelenato con i politici e l’ex capo dello Ior, Gotti Tedeschi. I secondi, sì, sono piuttosto grillini. Però la mia sensazione è che cominciano a essere delusi, pensano che forse milioni di voti siano stati buttati via. E poi, diciamo la verità: se non sei incazzato e un po’ disturbato è difficile che ti venga in mente di chiamare una radio per litigare con i conduttori…
 

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