Da "Cattivissimi Noi" (giugno 2013)
Borghezio e Gentilini sono due star della Lega. Dei leghisti “minori” chi merita una citazione?
C: Mi viene subito in mente Gianluca Buonanno, il sindaco di Varallo Sesia, in Piemonte, quello che ha tappezzato il suo comune con cartelli che vietano l’uso del burqa e ad ogni incrocio ha messo dei vigili di cartone con la faccia di Maroni e Bossi per ridurre il numero di incidenti. Da noi è riuscito a giustificare l’esistenza della Padania in un modo tutto suo.
P: Un modo surreale, vorrai dire. Le prove, secondo Buonanno, erano l’esistenza del Grana Padano e del Gazzettino Padano (una trasmissione radiofonica della Rai)! Era una stronzata pazzesca.
C: Buonanno aveva detto una cosa talmente incredibile che l’abbiamo preso in giro per dieci minuti. Gliel’ho fatta ripetere più volte questa cosa, poi gli ho chiesto se ci fossero altre prove a suffragio dell’esistenza della Padania… Parlò di una non meglio precisata «identità culturale lavorativa padana», dimostrata dal fatto che senza il Nord «l’Italia sarebbe in Africa». Dettagli. La storia del Grana Padano fu un grandissimo momento di comicità, la rete si scatenò. Ricordo che la Littizzetto lo sbeffeggiò un po’ e lui sempre alla Zanzara non la prese tanto bene: «La Littizzetto è un cesso, una comunista col portafogli a destra. Se uscissi con lei le farei portare in giro il cane». Stupendo.
P: Quando però gli domandai dove viene prodotto il Grana Padano non seppe rispondere. Ma tante altre volte i leghisti ci hanno regalato momenti indimenticabili. Oppure piccole-grandi confessioni come Francesco Speroni, l’ex capogruppo al Parlamento che, appassionatissimo di velocità, raccontò che in Germania era arrivato con la sua auto a trecentoventi chilometri all’ora. «Quando vado a quella velocità non ho brividi né emozioni, i battiti del cuore sono sempre gli stessi. Mi piace ma non mi eccito. Lo paragonerei a vedere un bel tramonto oppure a un’acrobazia aerea». A Strasburgo tiene in garage una Nissan Gt-r supersportiva, con cui ogni tanto sconfina nella vicina Germania dove non ci sono limiti di velocità. Una volta ha addirittura filmato le sue imprese inquadrando il contachilometri!
C: Anche Speroni ogni tanto ne spara qualcuna. Mentre parlava delle sue imprese da pilota chiamammo Bossi (quello vero) sul suo numero privato e li facemmo parlare insieme in diretta. Fissarono un appuntamento, ma Speroni era visibilmente imbarazzato… Poi Speroni, come Borghezio, è quello che ci disse che le idee di Breivik erano condivisibili perché a favore della civiltà occidentale. Un giorno tirò fuori il suo leghismo più genuino: «Ignoro il tricolore, ne farei a meno perché non mi rappresenta. Anzi mi dà fastidio vederlo sventolare. Per me è come per un basco vedere sventolare la bandiera spagnola o per un curdo quella turca. La mia bandiera è quella della Padania». Per la cronaca Enrico Maria Speroni, ex tecnico di volo dell’Alitalia, ha lasciato il lavoro a cinquant’anni. Un baby pensionato. «E non me ne vergogno» dice.