Da "Cattivissimi Noi" (giugno 2013)
Avete ospitato anche un esorcista.
C: Monsignor Andrea Gemma, vescovo emerito di Isernia e Venafro.
P: Si autoproclamava unico vero esorcista in circolazione. Lo chiamammo sull’onda di un fatto di cronaca che aveva fatto il giro del mondo, quelle immagini con papa Francesco che tiene le mani sulla testa di un giovane disabile. La televisione dei vescovi aveva parlato di esorcismo, poi aveva ritrattato chiedendo scusa. Chi meglio di un “addetto ai lavori” poteva risolvere la delicata questione?
C: Monsignor Gemma non aveva dubbi. Ci spiegò che il papa aveva effettivamente fatto un gesto di esorcismo: «Molti credono che l’esorcismo sia una cosa di stregoneria, invece è quello che ha fatto il papa. Stendere la mano sulla testa di un disgraziato e poi immagino abbia chiesto al Signore di guarirlo. Chi è malato indirettamente è sotto l’influsso del maligno, dunque l’esorcista con la sua preghiera chiede al Signore di cacciar via il Diavolo».
Fin qui la verifica della notizia.
C: Poi facemmo un po’ di show. Feci recuperare in regia la musica del film L’Esorcista, con Parenzo che chiamava il vescovo “signor esorcista”. Lo prendevamo un po’ per i fondelli ma lui andava avanti. «I vescovi» spiegava Gemma, «ormai si rifiutano di fare gli esorcismi che potrebbero fare e non delegano neppure i sacerdoti. Non credono più al demonio. Questo è il motivo per cui tanti poveretti mi cercano e mi raggiungono da tutta Italia. Ricevo cinquanta richieste al giorno. Gesù nel Vangelo dice che bisogna cacciare i demoni e io credo nel Vangelo. La realtà è che sono l’unico vescovo esorcista». Insomma, si proclamava l’unico esorcista in attività perché la Chiesa non ci credeva più.
P: Per noi poveri miscredenti era uno spasso. Gli abbiamo pure chiesto di liberarci dal demonio. E lui recitò in diretta la formula dell’esorcismo, prima in italiano poi in latino.
C: Me la sono segnata: «Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio, contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiæ cælestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen». Ci diede la benedizione e attaccò.