Da "Cattivissimi Noi" (giugno 2013)
C’è poi tutto il filone degli ascoltatori a sfondo sessuale.
C: Prima o poi mi voglio inventare qualcosa di radiofonico sul porno. Una volta in America giravo in macchina e mi sono messo a sentire una di quelle radio digitali a pagamento. Sono rimasto folgorato. C’era una stazione che trasmetteva solo programmi sul sesso, ma non quelle robette allusive che si sentono anche qui. Parlavano in modo esplicito: ieri sera l’ho fatto così, perché mia moglie non mi tira più, mi piacciono quelle brutte e grasse. Tutto così.
P: Ma vogliamo parlare di Eliseo?
Chi è?
P: Un edicolante romano, almeno così dice. Un ascoltatore. La prima volta che ci chiamò, Cruciani lo prese in giro per il nome: «Lei si chiama come il teatro». Poi Eliseo partì all’assalto: «Parenzo ha mai ricevuto un rapporto orale? Cruciani, lei è un cretino. Parenzo, lei è un coglione. Se continuate così vi mando la mia amica cinese “Labbra di velluto”».
C: Chi era la signorina cinese? Eliseo confessò che era una prostituta e che da lei spendeva anche duecento euro a settimana. Poi fece una classifica, quella delle “succhione”, almeno così le chiamava. «Ci sono quelle da semaforo verde, che non devi dire niente. Quelle da semaforo giallo, che devi dare un’aggiustatina. E quelle da semaforo rosso che glielo devi levare altrimenti te lo rovinano». Inutile spiegare. Lo rimandai in onda per mesi. La sessualità è una cosa intima, Eliseo non sta bene, diceva Parenzo. Stupidaggini.
P: Poi c’è la storia di Susy la trans, o semplicemente Susy trans, che merita di essere raccontata nei dettagli.
C: Un giorno chiamò da Vasto una che si presenta come Susy. Disse: «Sono un transessuale, quella della A14».
Un trans che si prostituisce e chiama in diretta sulla radio di Confindustria. Immagino le vostre facce. Eccitate solo all’idea di come poteva andare la telefonata.
C: In effetti fu uno dei momenti più belli della storia della Zanzara. Fece storcere il naso a parecchia gente ma non importa. Per me resta un diamante di quelli rari da scovare.
Come sei poetico.
C: Ma dico sul serio. Il mio unico parametro è questo: se mi diverto io, se in onda sto bene, se mi sento in forma, se non mi annoio, allora funziona pure per chi ascolta. Il contenuto è quasi secondario. Può andare bene sia Susy trans che Matteo Renzi.
P: Ma voglio finire con Susy. La signorina aggiunse un dettaglio molto importante: «Ogni volta che salgo su un camion sento La Zanzara. Allora ho voluto chiamare anch’io». Insomma, venne fuori che Susy è la trans più amata dai camionisti della A14 e questi, mentre se la fanno ci ascoltano in sottofondo.
C: Il problema è che altri camionisti si incazzarono di brutto. Arrivarono telefonate del tipo: «Non andiamo tutti a prostitute. Non siamo tutti come quelli che pagano venti o trenta euro per andare con Susy».
In effetti c’era il rischio di infangare l’onore di un’intera categoria.
C: E perché? Pensi che andare con una prostituta sia una cosa immorale? Infatti c’era chi se ne fregava: «Ma che male fa questa Susy? Ognuno sceglie se andarci o no».
P: Ricordo un altro, arrabbiatissimo: «Non se ne può più, alcune piazzole sono infrequentabili. Con Susy ogni volta c’è la fila, le macchine con le famiglie e i bambini non si possono fermare. È una vergogna». Poi cominciarono a spuntare fuori le scritte con lo spray in alcuni punti della A14 con il nome Susy e un numero di telefono.
Ma gli ascoltatori per esempio di Belluno, fuori portata rispetto alla A14, come reagirono a questa storia?
C: Susy è diventata una leggenda. In tanti, fin dal giorno dopo, ci dicevano: «Richiamate Susy dalla A14». Pure lei chiamava per intervenire, voleva farsi un po’ di pubblicità e mi chiedeva se potevo aiutarla a conoscere il suo mito, Barbara D’Urso.
P: Angelo Panebianco scrive una volta a settimana sul «Corriere della Sera», «Il Sole24Ore» ha il Punto di Stefano Folli e noi abbiamo l’editoriale della signora Susy dalla A14. Capito?
C: Non fare il coglione. Ti diverti anche tu. Una volta Susy, mentre era al telefono con noi, ebbe quasi un rapporto orale con un cliente.
P: Si sentivano i rumori.
C: «Sono a bordo di un Tir, vi passo il camionista che è con me». La telefonata cominciò così.
P: Il camionista cambiava intonazione della voce in base alla posizione della bocca di Susy. Parlava un po’, poi si fermava e ansimava. O erano formidabili attori oppure era tutto vero. A un certo punto Cruciani chiese pure quanto costava il “lavoretto” e quello rispose sempre con la voce impastata: venti euro.
C: Mi sono fermato prima dell’orgasmo, non so nemmeno perché. Forse per non essere accusato di aver trasmesso un’eiaculazione in diretta radiofonica, anche se ormai era andato in onda quasi tutto. Non so. Mi sono fermato e basta.
Vi manca solo un’accusa per induzione alla prostituzione…
C: Ma l’orgasmo live non avrebbe cambiato nulla. Durante una puntata ero tentato di dare il numero di telefono di Susy, ecco quello poteva essere pericoloso. Credo che più di un ascoltatore avrebbe preso nota…