Domenico Scilipoti

Da "Cattivissimi Noi" (giugno 2013)  

 Mostri (da Calearo ai grillini)

     Gad Lerner, che non vi ama per niente, qualche tempo fa scrisse che avete selezionato «con casting malizioso e sapiente un campionario di “mostri” consenzienti, ben consapevoli di ciò che gli si richiede e volentieri disposti a concederlo. Sono prescelti col criterio di spararle grosse, se possibile in cattivo italiano con scivolate nel turpiloquio».

     C: Verissimo, l’analisi è impeccabile…

     P: Noi osserviamo la realtà e la politica italiana. I cosiddetti “mostri” sono ovunque, come si fa a ignorarli? Non possono certo essere protagonisti sempre, in ogni momento, del programma ma senza il loro contributo La Zanzara non sarebbe la stessa. Noi lo diciamo apertamente, mica ci nascondiamo.

     C: Siamo i primi a usare il termine “mostro” in redazione. C’è sempre qualcuno, tra me, David e gli altri collaboratori, che a un certo punto dice: «Che “mostro” invitiamo oggi?» Il programma, per il format che abbiamo costruito negli anni, ha bisogno di battaglia, di “sangue e merda” dico io. È come una droga. Il casting è continuo, senza sosta. Come dice Lerner. Chi ha posizioni estreme o persino fuori dal tempo, oppure chi esprime i propri concetti in modo stravagante, è perfetto per questo scopo. Viene reclutato. O almeno ci si prova.

     P: I “mostri” non sono tali per le fattezze fisiche, non sono dei Freaks. Siamo alla radio. Sono mostruosi per le idee e i simboli che incarnano: l’ipercattolico che bolla gli omosessuali come sodomiti peccatori, l’ultrà fascista che ha nostalgia di Mussolini, il supercomunista convinto che Cuba sia il paradiso in Terra. Se poi hanno pure una bella parlantina sono perfetti.

     C: Poi ci sono i mostri prodotti dalla casta politica, che vivono senza nessun contatto con la realtà.

     In effetti, l’elenco dei mostri sfilati alla Zanzara è lunghissimo. In due puntate ad hoc, il 24 e il 25 dicembre 2012, avete persino confezionato una sorta di compilation dei personaggi dell’anno, quelli più pirotecnici.

     P: Allora, una volta per tutte. Il “mostro” è il tipo immortalato da Striscia la Notizia, che ci ha fatto pure una rubrica. Quello che la spara grossa, senza freni. Quello che si scatena e che ci fa scatenare. Se è un politico meglio, altrimenti vanno bene anche attori, cantanti, scrittori, registi, architetti, giovani, vecchi, protagonisti e comprimari. Nani e ballerine, si diceva un tempo non troppo lontano. Cosa sono i giovani berlusconiani che hanno creato “L’Esercito di Silvio”, per difendere Berlusconi contestato alle manifestazioni, se non dei meravigliosi mostriciattoli da prendere per il culo?

     Per un bel periodo, tra il 2011 e il 2012, non potevate fare a meno del “mostro” Scilipoti.

     C: È stato uno dei grandi protagonisti dell’ultima fase del governo Berlusconi, che stava in piedi grazie ai voti dei Responsabili. Lui dice di aver salvato l’Italia. Ma da cosa non si è mai capito. Però la cosa fondamentale era che il suo modo di parlare e le sue fissazioni – le banche, l’agopuntura e le medicine alternative – erano perfette per La Zanzara.

     P: In quella fase l’abbiamo chiamato almeno una decina di volte. Ci bastava una sua dichiarazione, una sua iniziativa, per ospitarlo. Lui accettava sempre. Ed era una garanzia!

     La garanzia era che, prima o poi, avrebbe litigato con Parenzo.

     C: Certo. Con Scilipoti avevamo ruoli prestabiliti. Io mi mostravo accogliente e conciliante, lo chiamavo «Caro amico» oppure semplicemente «Mimmo». David, invece, era costantemente polemico e cercava di distruggerlo, di annientarlo. Questo innescava ogni volta delle micce esplosive clamorose. Era uno scambio continuo di insulti. Scilipoti arrivò a dire che Parenzo era il frutto di un «parto anale, l’unico mai accaduto nel globo».

     P: E io ribattevo dandogli della «scoreggia nello spazio». Una volta ero collegato dal bagno di un treno e, per sfregio a quello che Scilipoti aveva appena detto, tirai lo sciacquone del water.

     C: Quando erano in studio insieme era ancora peggio. Si parlavano addosso, Scilipoti gli faceva domande di fisica nucleare per dimostrare che era un ignorante mentre Parenzo derideva ogni iniziativa di “Scili”, oppure si metteva platealmente a russare quando parlava del suo programma elettorale. Poi mandavamo in continuazione l’inno, favoloso, del suo partito e spesso giocavamo sul significato della parola “responsabilità” prendendolo in giro. Lui un po’ si prestava, un po’ si ribellava.

     P: Scilipoti ebbe, però, anche l’onore di annunciare in diretta i titoli del Tg3 (la sua voce resiste anche oggi). Siamo andati pure alla presentazione del suo libro, con Berlusconi come ospite d’onore. Erano i giorni finali del governo del Cavaliere. Ci resta una foto: io e Cruciani che baciamo Mimmo sulle guance in un salone damascato della Camera dei Deputati. Forse il momento più basso della scorsa legislatura.

     Scilipoti ha segnato un’epoca. Oggi, però, pur essendo stato eletto in senato con il Pdl, non va più in radio né in televisione.

     C: Ha scelto un profilo più basso, so che non accetta più inviti. D’altra parte, chiamarlo in questa fase non avrebbe molto senso. Se mi manca? No, nuovi Scilipoti già spuntano come funghi soprattutto tra i grillini. Certo, mi mancano i litigi violentissimi con David.

     P: Una volta si spaventò pure mia madre. Scilipoti mi chiamava “Parenzio”. «Tu non esisti» gli dicevo. Lui parlava di nobiltà della politica, io ridevo a crepapelle. «Sei un servo, fai un danno ai tuoi figli, non costruirai mai nulla per la tua famiglia, la tua mentalità è distruggere. Io mi sono assunto una responsabilità di fronte al mondo intero. Fosse caduto il governo Berlusconi, sarebbero cambiate le sorti dell’Europa e del mondo». Io continuavo a ridere. Lui sbroccava: «Sei un handicappato mentale che da piccolo ha avuto un problema e da grande un altro. È una disgrazia, devi chiedere scusa ai tuoi parenti. Hai una malattia del sistema nervoso centrale, non connetti le parole col significato». «Tu saresti il segretario nazionale dei Responsabili, ma davvero?» E ridevo. «Se non ci fosse stato il movimento tu e la tua famiglia sareste in mezzo a una strada. Stai zitto e ascolta mediocre. Mediocre, stai zitto. Tu non capisci niente. Sei un grande mediocre, sei al servizio di qualcuno più mediocre di te. Stai zitto, cretino. Stai zitto, non parlare. Sei uno scimunito». Spettacolo puro.
 

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