
Da "Cattivissimi Noi" (giugno 2013)
Cruciani, non ho ancora capito che giudizio dai di Daniela Santanchè.
C: Guarda, come avrai capito non ho pregiudizi su nessuno. Figuriamoci sulla Santanchè. Se parliamo delle sue posizioni politiche posso essere d’accordo o meno, dipende dagli argomenti. Ma questo vale per tutti. Per il resto la trovo una straordinaria venditrice di se stessa, che d’altra parte è il suo mestiere. Ha creato un brand, che si chiama Santanchè. Amata, odiata, sbeffeggiata, esaltata. Ma il brand esiste, e questo è un risultato. Spregiudicata? Può essere, ma in politica e nella vita ci vuole anche quello. Chi la schifa, e ne conosco tanti tra giornalisti e intellettuali, in fondo non sopporta che una bella donna giri per la tv vestita in modo elegante e si metta a difendere l’indifendibile. Ribatte colpo su colpo, non arretra. Li fa ammattire.
Anche Parenzo è un bersaglio della Santanchè.
C: Ci credo. La chiamammo nei giorni in cui Alessandro Sallusti, condannato per diffamazione, era agli arresti domiciliari. David ebbe il coraggio di chiederle se, in quella situazione, riuscisse a dormire e a fare l’amore. Paragonò la Santanchè a Ginevra che si prende cura del suo Lancillotto-Sallusti, che sta al servizio di Re Artù-Berlusconi. Si prese ripetutamente del «cretino».
P: Ma io volevo esaltare la forza e la tenacia della signora Santanchè e soprattutto non stavo facendo nessuna ironia sulla vicenda processuale di Sallusti. Da poco era diventata pubblica la liaison tra i due e feci semplicemente una battuta. Piuttosto, se fosse vivo, mi potrebbe querelare per diffamazione Chrétien de Troyes…
C: Le liti con David sono state diverse. Un duetto irresistibile, tutto spontaneo. In un’altra occasione iniziarono a discutere animatamente sul caso Minzolini, rinviato a giudizio per peculato ai tempi della direzione del Tg1. L’ex sottosegretario si diceva dispiaciuta, soprattutto perché il Pdl non aveva difeso un “suo” giornalista al contrario dei partiti di sinistra, sempre bravissimi a farlo con i “loro”. Parenzo replicò che era surreale parlare di “nostri”, “vostri” e “loro” di fronte a giornalisti. La Santanchè esplose: «La smetta di fare quello cha fa il duro e puro! Lei non è né duro, da nessun punto di vista, né puro». Parenzo le chiese allora come faceva a sapere che non aveva nulla di duro ma la Santanchè aveva pronta la spiegazione: «Ma dai Parenzo la vedo… lei è molliccio. Poi guardi i suoi avambracci, son mollicci. Ma vada a dormire Parenzo! Ma lei per stare qua in radio cosa crede, che ha vinto un concorso? Ma non diciamo cazzate! Lei ha vinto la lotteria senza comprare il biglietto. Io almeno il biglietto l’ho comprato. Lei è come Alice nel paese delle meraviglie. È molliccio». Cosa si può volere di più?
P: La Santanchè ha tanti difetti ma un pregio: non si offende mai e non porta rancore. Quando la incontro, ci salutiamo sempre cordialmente. Anzi, andrei volentieri a cena con lei: è molto più divertente di tante noiose donne di sinistra. Io il conto lo pago sempre quando c’è una donna, al contrario di quello che dice Sgarbi, ma questa volta lo farei pagare a lei, perché è molto più ricca.