Carlo Giovanardi

Da "Cattivissimi Noi" (giugno 2013)

     Non so se Carlo Giovanardi sia un “mostro” della politica italiana ma alcune delle sue prese di posizione vanno o no classificate come “mostruose”?

     P: Direi proprio di sì. Una delle ultime in ordine di tempo, ai nostri microfoni, l’ha pronunciata dopo la sparatoria davanti a Palazzo Chigi (mentre il Governo Letta giurava), nella quale rimase ferito il brigadiere Giuseppe Giangrande: «Il responsabile morale è Grillo» ha sentenziato, «come negli anni del terrorismo non si può dire che Calabresi l’hanno ucciso Camilla Cederna e altri ma, siccome questi signori avevano indicato Calabresi come bersaglio, hanno delle responsabilità morali. Così Grillo, non dico che sia il responsabile dell’episodio singolo, ma del clima sì». Ma ne ha dette molte altre Giovanardi, per esempio sulla dolorosa vicenda di Stefano Cucchi, morto nel 2009 nel reparto carcerario di un ospedale romano dopo essere stato fermato per possesso di droga. Oltre a non dubitare mai della versione dei poliziotti, ha pronunciato parole terribili nei confronti del povero Stefano definito “drogato”, “larva”, “zombie, “tossico”, “sieropositivo” e “spacciatore”. Una volta, da noi, accusò la sorella Ilaria di sfruttare politicamente la tragedia candidandosi alle elezioni. Una vergogna.

     C: È curioso che sulla vicenda Cucchi si accusi Giovanardi quando la sentenza di primo grado gli ha dato ragione. Non può esistere il pensiero unico. Sembra che si voglia a tutti i costi la condanna degli agenti di custodia, anche senza prove evidenti del pestaggio. In Italia funziona così: le sentenze sono sempre una vergogna solo quando assolvono, in particolare quando assolvono gente in divisa.

     P: Ma Giovanardi difende a priori la polizia e si accanisce senza senso sulle vittime, non solo Cucchi ma anche Aldrovandi per esempio. Mentre attacca i magistrati quando condannano Berlusconi. Come fai a difenderlo?

     C: Infatti non difendo Giovanardi. Su Aldrovandi abbiamo discusso animatamente. Trovavo assurdo che protestasse per togliere dal carcere gli agenti condannati a poco più di tre anni e già condonati. Ma lasciami dire che sulla vicenda Cucchi c’è un conformismo che fa paura. O gli agenti vanno in galera o è ingiustizia. Quando ho scritto queste cose su Twitter, mi hanno massacrato, mi hanno dato del fascista. Chissenefrega.

     Giovanardi cosa ha detto su Cucchi alla Zanzara?

     P: È venuto da noi il giorno dopo la sentenza di primo grado e l’assoluzione delle guardie penitenziarie. Ecco le sue parole: «Le foto di Cucchi? Quelle ecchimosi sono derivanti dalla mancanza di nutrizione nella quale è stato lasciato per giorni. Tutti i segni, comprese le orbite negli occhi, sono il risultato della situazione in cui è stato lasciato. Delle botte degli agenti di custodia non ci sono prove». E ancora: «Il povero Cucchi aveva una vita segnata dall’uso e dallo spaccio della droga. Era vittima della droga ed era stato ricoverato sedici volte con lesioni per sue vicende personali che derivavano dal mondo che frequentava». E per non farsi mancare nulla disse anche di essere “soddisfatto” per i poliziotti assolti, «vittime anche loro, poveri cristi innocenti che guadagnano milleduecento euro al mese e ora festeggiano perché sono fuori dall’incubo». Ma come si fa a considerare vittime gli agenti? L’unica vera vittima è Cucchi.

     C: Anch’io non li chiamerei vittime. Però è un fatto che Giovanardi, in questo caso, difende una sentenza mentre altri danno per certo che si tratti dell’ennesima menzogna di Stato.

     E Aldrovandi?

     P: A volte il silenzio è d’oro. Invece Giovanardi straparla. Non vuole in carcere i poliziotti condannati per omicidio colposo perché, dice, «nessuno resta in carcere per questo reato, non c’è stato dolo, solo imprudenza». Dunque ci sarebbe un accanimento contro la polizia. E poi: «Gli agenti sono vittime come il ragazzo che è morto e non vanno cacciati dalla polizia… Aldrovandi non è morto per le botte, non è stato massacrato, lo dicono le sentenze… Nella foto mostrata dalla madre quello dietro la testa di Federico non è sangue, è un cuscino». Giudicate voi.

     C: Giovanardi legge gli atti. Ma quasi sempre si schiera con le forze dell’ordine. La madre di Federico Aldrovandi, che abbiamo chiamato al telefono dopo le affermazioni del senatore modenese, lo ha denunciato. Secondo lei è «indegno di stare in Parlamento». Capisco, ma non sono d’accordo.
 

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