50 cent drinquenti feat.Franco Ricciardi - Madama Blu.
Guests: Enzo Spatalino e Cettina Spasciamaronna.
Il Jingle di Pietro La Corte per #LaZanzara
Rassegna Stampa
Articolo su Today24.it del 29.3.2019
Gela: e «Spasciamaronna!» andò in... diretta nazionale. Un jingle di Radio24 cita la celebre panetteria. La titolare: «Il nostro pane? Vengono pure dall'America»
La prima volta che senti quel nome alla radio, passa quasi inascoltato. Magari stai guidando e sei distratto. La seconda, no. La seconda è burro per le orecchie. Perché un «marchio» così siculo, così gelese, alla radio nazionale proprio non te lo aspetti. Eppure Radio24, la radio principale del settore economico, la radio di Confindustria e del Sole 24 Ore, rilancia proprio quel nome: «Spasciamaronna!».
E a farlo non poteva essere che la trasmissione più trash e geniale, colta ma politicamente scorretta: la Zanzara. Un format che ogni sera inchioda migliaia e migliaia di ascoltatori alle radio, in auto come sulle cuffie degli smartphone. Chi conosce il programma sa che a ogni interruzione pubblicitaria parte una serie di stacchetti, le voci di ascoltatori, ospiti, gente che chiama, o chi manda una nota audio. E così ci sono quelle del Generale Pappalardo, di Luca da Cuneo. E da qualche settimana anche quella di Cettina «Spasciamaronna», al secolo Concetta Moscato, che, con la sorella Saveria, gestisce la storica panetteria e pizzicagnolo di via Generale Antonio Cascino, periferia a Est di Gela. Il jingle in questione, sparato a ogni puntata (o quasi) in diretta nazionale, dura pochi secondi: «Emanuela… pronto? Cettina sono, Cettina di Spasciamaronna».
(ah ah ah, fantastico… una perla della radiofonia).
La vicenda è tanto curiosa che Today24 decide di parlarne alla diretta interessata. Entriamo nella panetteria che è quasi l’ora di pranzo e ci avvolge una zaffata di odori e profumi. La fragranza del pane appena sfornato (appunto il «pane di Spasciamaoronna»), la pizza che emana un profumo dolce di cipolle e sugo di pomodoro, la classica impanata con sfoglia sottile imbottina di verdure e salsicce.
Poi arriva la regina delle pizze: una teglia fumante che profuma di tonno e di olive e a quel punto il mondo si ferma. A farci riprendere è lo sguardo sorridente di «Cettina», una donna forte e gentile, che qualche anno fa avrebbe potuto stare su una copertina: occhi azzurro mare, capelli ribelli raccolti in una crocchia. Una siciliana doc che non sapeva della storia della radio nazionale. Ma neppure si sorprende più di tanto. «Oramai – attacca – ci conoscono in tutto il mondo, pensi che qualche anno fa è venuto un italoamericano di New York City, chiedendoci se poteva scattare qualche foto e realizzare un breve video da condividere in famiglia e con altri emigrati».
Pare che in età fanciullesca fosse un po’ in carne e allora pure se viveva negli States gli facevano la classica battuta: «Scià, ma che ti mangi u pane i’Spasciamaronna?»
«Cettina» accetta di parlare della storia del negozio, ci autorizza pure a usare la fotocamera, a patto che il suo volto non venga ripreso.
«Sono stati – racconta - mamma Giuseppa e papà Orazio ad aprire il negozio, sessantatré anni fa. Era a mezzo isolato più sotto, verso via Niscemi. Erano i primi anni della raffineria, gli operai andavano a piedi o in bicicletta. E prima di entrare in fabbrica si fermavano e trovavano pane caldo e companatico fresco».
Fu una formula di successo.
Di loro hanno scritto noti personaggi della letteratura, i loro prodotti sono stati immortalati in foto d'autore.
Tra un cliente e l’altro, uno scontrino e la consegna di una pagnotta o un trancio di pizza, ci spiega anche che loro e solo loro sono gli… originali. Quel tratto di strada, infatti, è oramai una sorta di quartiere dei sapori. Ci sono almeno quattro negozi di generi alimentari ai quali si sono aggiunte un paio di rosticcerie, bar. In ultimo un «braciere» che sforna carni calde e saporite a ogni ora del giorno e della sera.
E vengono tutto etichettati con l'appellativo di «Spasciamaronna».
«I veri eredi – dice con un sorriso – siamo noi, noi e mio nipote» senza nulla togliere agli altri.
Il nome, poi, non è che se lo siano cercato o voluto… anzi, all’inizio dava un po’ fastidio.
Erano gli unici, in città, ad aprire qualche ora di domenica e pure nei festivi (pure per la festa della Madonna). Lo facevano per favorire qualche cliente o vicino di casa. E venne loro appioppato quel soprannome.
Entra un collaboratore del negozio e rincara la dose: «Pure io ho sentito lo stacchetto di Spasciamaronna a Radio24»
Ma allora, ci spiega com’è andata?
«Come sia andata – dice Cettina - di preciso non lo so, ma sono sicura che sia lo zampino di una mia amica. E di sicuro mi sentirà!» dice mentre gli occhi limpidi per un attimo si velano di fuoco. Poi torna a sorridere.
«Ho chiamato – racconta - la mia amica Manuela in Francia, volevo chiederle se mi inviava una crema cosmetica che vendono solo da quelle parti».
Evidentemente Manuela (o chi per lei) deve aver preso il messaggio registrato sulla segreteria e lo ha girato a La Zanzara. Cruciani e i suoi autori, geni assoluti della radiofonia, lo hanno messo in produzione e adesso – e per un po’ – accompagnerà il programma in diretta nazionale.
Un piccolo jingle che fa onore a due sorelle che hanno fatto del loro pane e delle loro pizze un marchio di qualità. Soprattutto per l’amore che mettono ogni giorno per prepararli.
Storia di una chicca che conferma la leggenda. Il mito di «Spasciamaronna».